What women want: # tutti gli altri giorni
L’anno 2019 è stato definito dalla referente del Nodo provinciale contro le
discriminazioni della Provincia di Vercelli :“What Women Want : # tutti gli altri giorni”
e l’informazione su nuove misure di sostegno alle donne rientra tra le varie attività.
Si chiama “Reddito di libertà “ il nuovo aiuto economico dato alle donne seguite dai Centri
e dai servizi sociali pubblicato nella G.U. del 20 luglio: il D.P.C.M. 17 dicembre 2020 che
istituisce e disciplina il “Reddito di libertà per le donne vittime di violenza” . L’importo
massimo è di 400 euro per 12 mensilità, ed è cumulabile col reddito di cittadinanza.
“E’ una misura positiva che aiuterà le donne a reintrodursi nella vita sociale: una cifra
che consente di iniziare a vivere ed è cumulabile col reddito di cittadinanza – sostiene Lella
Bassignana referente del Nodo provinciale contro le discriminazioni e rappresentante
della Commissione Regionale delle Pari Opportunità della regione Piemonte. Serve per
pagarsi un affitto e per affrontare le prime spese in attesa di trovare un lavoro che è la vera
chiave di volta per ricominciare una vita nuova.
Le risorse sono finalizzate a contenere gli effetti economici derivanti dall'emergenza
epidemiologica, per le donne in condizione di maggiore vulnerabilità, e di favorire, tramite
l'indipendenza economica, percorsi di autonomia e di emancipazione delle donne vittime di
violenza in condizione di povertà.
Il reddito di libertà è un aiuto economico dato alle donne seguite dai Centri e dai servizi
sociali. E’ sicuramente una cifra modesta ma che può essere sommata per es al reddito di
cittadinanza. Ci sono sicuramente delle criticità che dovranno essere modificate , ma è un
inizio.“
Il decreto provvede a definire i criteri per la ripartizione delle risorse del “Fondo per il
reddito di libertà per le donne vittime di violenza” istituito con l'incremento di 3 milioni di
euro per l'anno 2020, del “Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità”.
Le finalità del "reddito di libertà"
Viene riconosciuto un contributo denominato “Reddito di libertà”, stabilito nella misura
massima di euro 400 pro capite su base mensile per massimo di 12 mensilità, destinato alle
donne vittime di violenza, sole o con figli minori, seguite dai centri antiviolenza riconosciuti
dalle regioni e dai servizi sociali nei percorsi di fuoriuscita dalla violenza, per contribuire a
sostenerne l'autonomia. Il Reddito di libertà viene riconosciuto solo dietro istanza di parte,
alle donne che hanno subito violenza e si trovino in condizioni di particolare vulnerabilità
ovvero in condizione di povertà, per favorirne l'indipendenza economica, la cui condizione di
bisogno straordinaria o urgente viene dichiarata dal servizio sociale di riferimento
territoriale nella stessa dichiarazione. Non può essere accolta più di un'istanza riferita alla
donna vittima di violenza e presentata nella medesima regione, ovvero in altra regione.
Dove e come presentare la domanda
L’istanza deve essere presentata all'Inps tramite il modello predisposto, allegandola
dichiarazione sottoscritta dal rappresentante legale del Centro antiviolenza che ha preso in
carico la stessa, che ne attesti il percorso di emancipazione ed autonomia intrapreso e la
dichiarazione del servizio sociale professionale di riferimento, che ne attesti lo stato di
bisogno legato alla situazione straordinaria o urgente.
Le spese sostenute
Il Reddito di libertà è finalizzato a sostenere, in modo prioritario, le spese per assicurare
l'autonomia abitativa e la riacquisizione dell'autonomia personale nonché il percorso
scolastico e formativo dei/delle figli/figlie minori e non è incompatibile con altri strumenti di
sostegno come il Reddito di cittadinanza.
Il modulo di domanda
Il Reddito di libertà viene riconosciuto ed erogato da Inps previa richiesta tramite modello
di domanda predisposto dal medesimo Istituto e presentato secondo le modalità stabilite
dallo stesso, ed entro il limite delle risorse assegnate a ciascuna regione con lo stesso
D.P.C.M.
Il riparto delle risorse finanziarie del Fondo
I 3.000.000,00 di euro vengono ripartiti tra Regioni e Province autonome, in base ai dati
Istat al 1°gennaio 2020, riferiti alla popolazione femminile residente nei comuni di ciascuna
regione appartenente alla fascia anagrafica 18-67 anni, secondo la tabella allegata allo
stesso D.P.C.M. Le risorse attribuite con il presente decreto a ciascuna regione possono
essere incrementate dalle medesime regioni, tramite ulteriori risorse proprie traferite
direttamente ad Inps.